Il legame che unisce uomini e animali ha radici profonde. Le ragioni di tale legame sono variegate: agevolazione del lavoro (arare i campi), possibilità di spostamento (cavalli, cammelli, elefanti), fonte di nutrimento (allevamenti e produzione), supporto nelle azioni quotidiane (caccia), persino compagnia.
Tuttavia, una delle evidenze è che tale legame si è così tanto evoluto da trasformarsi in domesticazione.
Ma cos’è la domesticazione? La domesticazione è la definizione corretta per indicare un processo lungo, evolutivo, che ha comportato anche delle modificazioni fisionomiche, che porta una specie animale a adattarsi all’uomo (gatto); l’addomesticamento, invece, riguarda un singolo individuo che, rimanendo di natura selvatica e fisionomicamente identico ad un altro individuo non addomesticato, viene reso docile alla mano dell’uomo (leone).
Oggi tale legame è andato oltre le ragioni native, fino a giungere ad un rapporto ambiguo dove l’animale viene adoperato in svariati campi: dalla scienza (test), al divertimento (parchi, zoo, circhi), all’intrattenimento (pubblicità, produzioni cinematografiche), alle pratiche mediche (co-terapiche), al commercio, all’abbigliamento. A volte l’uomo si è posto su un gradino più in alto, altre volte, sul medesimo gradino degli animali.
L’obiettivo del corso è quello di collocarci in questo secondo ambito, individuando una metodologia appropriata al concepimento dell’oggetto di design per gli animali. Per poterlo fare, è necessario tuttavia porsi dall’altro lato e conoscere le esigenze, le caratteristiche, le capacità del nostro “cliente” da un punto di vista percettivo (che colori, odori e rumori è capace di percepire? Con quale intensità?), emotivo (quali sono le condizioni di luce, materiale, temperatura, spazio che rasserenano o che spaventano?), psicologico (quali sono le condizioni che destano curiosità?). Ma anche etologico-relazionale e normativo.